Larry Rosenthal
Larry Rosenthal è l’uomo dietro Vectorbeam, un’azienda che a oggi è ricordata per il grande lavoro di massificazione di un nuovo modo di realizzare cabinati arcade, nonché videogiochi: una pietra miliare dell’industria videoludica, che negli anni Settanta faceva ancora fatica a ritenersi tale, nonostante i primi grandi tentativi firmati Atari e Bandai.
Ma cos’era in realtà Vectorbeam? Rosenthal si era occupato, durante il suo periodo di studio al MIT, di un brevetto che gli consentì di lavorare ad un display vettoriale, pronto per essere personalizzato per i cabinati arcade. Da qui nacque la sua azienda, che decise di chiamare Vectorbeam, praticamente un raggio vettoriale. Il primo videogioco che venne realizzato da Rosenthal con la sua azienda, che nacque dalla separazione con la Cinematronics, originariamente la principale competitor del marchio di Larry, fu Space Wars.
Creato nel 1977, Space Wars prendeva spunto dallo Spacewar! di Steve Russell: Taito nel 1978 si occupò della distribuzione in Giappone, mentre nel 1982 venne realizzato un porting per Vectrex, una console casalinga che era stata pubblicata sul mercato nordamericano nel novembre di quell’anno, arrivando poi in Europa l’anno successivo e giungendo alla fine del proprio percorso produttivo nel febbraio del 1984. Rosenthal rimase piacevolmente estasiato da Spacewar! tanto da decidere di voler realizzare la propria versione, che riuscì a vendere diecimila cabinati solo nel 1978, realizzando così il più alto incasso nell’industria videoludica di quell’anno negli Stati Uniti. L’anno successivo scese in sesta posizione nella classifica delle vendite, ma mantenne comunque alti gli standard.
Negli anni successivi Rosenthal lavorò a Barrier, un puzzle game nel quale il giocatore si ritrovava a guidare un piccolo triangolo chiamato a evitare dei diamanti che si muovevano sulla griglia. Poi nel 1979 arrivò Speed Freak, Tail Gunner e infine Warrior, un fighting game arcade che segnò la storia del genere, diventando a tutti gli effetti il primo gioco di combattimento a disposizione sul mercato. Fu l’ultimo lavoro dell’azienda prima di essere nuovamente inglobata nella Cinematronics che decise di riacquistare la Vectorbeam nel 1978. A dirigere i lavori fu Tim Skelly, che decise di concentrare l’intera azione su due duellanti i quali, a causa delle limitazioni dell’hardware a disposizione, sembravano sospesi in aria: il processore, infatti, non riusciva a mostrare contemporaneamente sia i combattenti che lo scenario di gioco, così da avere una visuale dall’alto.
Il grande lavoro di Rosenthal, che poi si ritrovò a vendere la compagnia all’azienda dalla quale si era separato, fu proprio l’aver adoperato su larga scala un monitor vettoriale, un dispositivo che negli anni Settanta andò per la maggiore, migliorando la tecnica alla base dell’oscilloscopio: l’immagine si ritrovò, così, ad essere composta da linee disegnate piuttosto che da una griglia luminosa di pixel. Anche Asteroids, tra i più famosi arcade pubblicati da Atari, si affidò al monitor vettoriale per raggiungere il proprio successo interplanetario.
CRONOLOGIA DEI MOMENTI PIU’ IMPORTANTI DELLA SUA CARRIERA:
1977 – Rosenthal si stacca dalla Cinematronics fondando la Vectorbeam
1977 – Vectorbeam lancia SpaceWar sul mercato, il suo primo gioco arcade
1978 – Vectorbeam viene venduto alla Cinematronics, sparendo dal mercato
1979 – Viene pubblicato Warrior, il primo fighting game della storia
Curiosità:
- Rosenthal riuscì a vendere Vectorbeam per 2 milioni di dollari alla Cinematronics
- L’azienda ha avuto una vita effettiva di circa un anno
- Nel momento più florido, l’azienda arrivò ad avere circa 80 dipendenti
Acting
C’è la storia di un uomo dietro quella degli arcade e dei cabinati degli anni Settanta. Un uomo che si fece folgorare da Spacewar! e che provò a fare la sua versione cambiando il modo di percepire i monitor.